Lungo l’Adige: tra la diga del Chievo, il canale Camuzzoni e la natura nascosta
Verona non è soltanto arena, balconi e piazze: è anche acqua, ingegneria e natura.

Chi si avventura lungo l'Adige, in particolare nella zona ovest della città, scopre un paesaggio meno turistico ma incredibilmente ricco di storia e biodiversità. In questo itinerario ideale incontriamo la diga del Chievo, il canale Camuzzoni e un microcosmo verde che pulsa tra corrente e rive.
La diga del Chievo: energia e ingegno
Costruita a inizio Novecento, la diga del Chievo è un'opera imponente che regola il flusso dell'Adige, il secondo fiume italiano per lunghezza. Non è solo un sistema di contenimento delle piene, ma anche una centrale idroelettrica attiva, simbolo dell'incontro tra forza naturale e tecnica umana. Con i suoi bastioni in cemento e i meccanismi visibili, la diga racconta un secolo di sfide e soluzioni legate all'acqua.
Il canale Camuzzoni: un corridoio d'acqua nascosto
Poco distante, quasi nascosto tra edifici e sottopassi, parte il canale Camuzzoni, un canale artificiale lungo circa 8 km. Costruito per scopi energetici e idraulici, scorre in parallelo al fiume attraversando Verona in modo quasi sotterraneo. Il suo corso, però, riemerge in alcuni tratti, regalando scorci suggestivi e misteriosi, come quelli vicino alla stazione di Porta Nuova. È un piccolo mondo a parte, dove l'acqua scorre silenziosa sotto il ritmo frenetico della città.

Fauna e flora: un'oasi urbana
Le rive dell'Adige, specialmente vicino alla diga, sono un rifugio inaspettato per molte specie. Tra la vegetazione ripariale spiccano salici bianchi, pioppi neri, ontani e canneti che danno rifugio a uccelli acquatici come il martin pescatore, l'airone cenerino, la gallinella d'acqua e il germano reale. Nei tratti più tranquilli si può avvistare anche qualche nutria o, più raramente, il timido capriolo che si spinge fin quasi in città. Tra gli insetti, è comune incontrare libellule, farfalle e api, attratte dai fiori selvatici che punteggiano le rive in primavera. In acqua, non mancano i pesci tipici dei fiumi del nord Italia: cavedani, barbi, trote fario e qualche anguilla.
Un luogo da vivere, non solo da attraversare
Questo tratto di Verona invita a rallentare, ad ascoltare il suono dell'acqua e a osservare ciò che si cela tra foglie e argini. È una zona di confine, dove la città incontra la natura, e dove la storia dell'ingegneria idraulica italiana si fonde con quella più antica del paesaggio fluviale.