Una città dallo spirito vivace

02.12.2023

Treviso, città veneta affascinante e ricca di storia, è nota anche per alcuni aneddoti curiosi che la legano alle tradizioni e al suo spirito vivace.


Uno di questi aneddoti riguarda il "carro dei matti": una tradizione che risale al Medioevo.
All'epoca, chi commetteva infrazioni minori o si comportava in modo stravagante rischiava di essere "condannato" a un trattamento piuttosto imbarazzante: veniva messo su un carro e portato in giro per le vie della città, sotto lo sguardo divertito dei cittadini. Era una specie di punizione pubblica, ma anche un'occasione per divertirsi e ridere delle piccole "follie" umane.

Pare che durante la sfilata, la gente lanciava ortaggi o scherniva bonariamente i "condannati", i quali spesso finivano per prendere la cosa con ironia e divertirsi anche loro. Il "carro dei matti" era un modo per insegnare le buone maniere senza punizioni severe, e Treviso era rinomata per l'atmosfera allegra e tollerante di queste "processioni".

Oggi, questa tradizione non esiste più, ma resta come simbolo dell'ironia e del carattere indulgente dei trevigiani, che sanno prendere la vita con un tocco di leggerezza.



Uno dei più insoliti, invece, riguarda la Fontana delle Tette: una scultura rinascimentale molto amata dai trevigiani e un po' particolare. La fontana risale al 1559, quando il podestà della città, Alvise Da Ponte, decise di farla costruire dopo una lunga estate di siccità, quasi come un inno alla prosperità ritrovata. La fontana, che rappresenta un busto di donna con seni da cui sgorga acqua, divenne presto un simbolo di abbondanza e festa. La tradizione prevedeva che, per festeggiare l'elezione di un nuovo podestà, per tre giorni dalla fontana sgorgassero vino bianco e rosso anziché acqua: ogni cittadino poteva andare a bere gratuitamente.

Oggi la fontana è conservata all'interno di Palazzo dei Trecento, mentre una copia è esposta in Piazza del Monte di Pietà. Anche se ora versa solo acqua, la Fontana delle Tette rimane uno dei simboli più bizzarri e amati della città, e un piccolo segno dell'intraprendenza e della voglia di celebrare della gente di Treviso.



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